le sfide geopolitiche di Aung San Suu Kyi
I DUBBI DEL MYANMAR
Secondo fonti consultate dal Financial Times, Naypidaw intende rinegoziare i costi del progetto per la costruzione del porto in mare aperto di Kyaukpyu finanziato dalla Cina. Il governo birmano vuole evitare che questo determini un eccessivo indebitamento e quindi un’eccessiva dipendenza da Pechino, come accaduto allo Sri Lanka con l’oneroso porto di Hambantota.
La Repubblica Popolare vuole servirsi di Kyaukpyu per ridurre (se necessario) la dipendenza dei suoi flussi commerciali dallo Stretto di Malacca, collo di bottiglia in cui gli Usa potrebbero ostacolarne il passaggio per danneggiare gli interessi economici di Pechino.
La Cina sostiene il processo di pace promosso da Auung San Suu Kyi (ministro degli Esteri, consigliere di Stato e leader de facto del Myanmar) e ha ancora una certa influenza su alcuni gruppi etnici armati che combattono contro Naypidaw. Inoltre, la Repubblica Popolare è il principale partner commerciale del Myanmar e la sua principale fonte d’investimenti. Pechino potrebbe far leva su questi fattori per evitare che il governo birmano comprometta il progetto di Kyaukpyu.
Perché la Cina vuole la pace in Myanmar
BOLLETTINO IMPERIALE Pechino esercita ancora una certa influenza su alcuni gruppi etnici armati che combattono contro Naypidaw, ma i progetti infrastrutturali sino-birmani e la necessità di accedere all’Oceano Indiano bypassando lo stretto di Malacca spingono la Repubblica popolare a sostenere con maggiore convinzione di prima il processo di pace.