llibertats digitals i nova concepció dels ´drets d´autor´

Declaracions de Daniele Bertolini i Michele De Lucia, respectivament membre del Comitato Nazionale i Tesoriere de Radicali italiani:

La sonora derrota de les discogràfiques americanes en la seva campanya contra el peer-to-peer assenyala un pas importantíssim en direcció a la llibertat, vers una nova concepció del dret d’autor, que ha d'ésser defensat, però d'una manera completament nova, que no obstaculitzi, altrament de com succeeix avui dia, la difussió del coneixement, de la cultura, de la informació.

La revolució digital ofereix la possibilitat d'una relació directe i sense intermediacions entre els autors i els fruïdors, superant el filtre dels colossos de l’edició i la discografia, per no parlar de la gestió ineficient i burocràtica dels monopolistes d'Estat del dret d’autor, com la SIAE (la SGAE italiana, ndt), tot just rebatejada per la partitocràcia “ens públic econòmic”...).

 

Mentre le più prestigiose istituzioni accademiche del mondo cominciano a rendere gratuitamente disponibili on-line i corsi universitari, si moltiplicano gli archivi digitali accessibili al pubblico e il pubblico dominio può diventare un nuovo paradigma di regolazione della proprietà intellettuale, altenativo al copyright, la partitocrazia italiana è invece terrorizzata (quando non inerte per pura, semplice e crassa ignoranza) dalla carica libertaria e dirompente che viene dalla digitalizzazione dei contenuti e dalla diffusione delle tecnologie basate sul protocollo IP: liberare l’informazione conoscenza dai pesanti costi di diffusione e condivisione, formulare nuove regole che salvaguardino la possibilità di una condivisione libera da ogni intermediazione, nel Paese che ha fatto dei monopoli e delle corporazioni una religione è qualcosa che lor signori non possono permettersi. Ma un Paese senza libertà è un Paese già morto.

Mentre è più che mai urgente che la stessa UE adotti una nuova politica del diritto d’autore, i radicali hanno presentato una serie di proposte di legge (legalizzazione del peer-to-.peer, abolizione del monopolio Siae, Regolazione dello spettro delle frequenze) che, se immediatamente calendarizzate e approvate, consentirebbero all’Italia di essere non più retroguardia, ma almeno in questo campo avanguardia di libertà e modernizzazione.

Anche sul digitale, come sulla droga, come su tutte le libertà individuali, il proibizionismo si traduce nella negazione della libertà e della democrazia. Che la legge più proibizionista d’Europa in materia, la legge Urbani, porti la firma degli uomini di Berlusconi (cioè del monopolista più monopolista di tutti, altro che liberale!) non può proprio stupire.

3-X-08, notizieradicali