objecció de conscičncia i discriminació religiosa

Interrogació de l'eurodiputat radical Marco Cappato a la Comissió Europea sobre la sentència del tribunal britànic contra el registre d'una unió homosexual.

El diputat europeu radical Marco Cappato, en col.laboració amb l'Associació Certi Diritti, va dipositar ahir una interrogació escrita a la Comissió Europea a propòsit de la sentència d'un tribunal de treball anglès contra el registre d'una unió homosexual.

L'oficial d'estat civil de l'Ajuntament d'Islington es negà a registrar una parella homosexual, sostenint que l'acte era contrari a les seves conviccions religioses. Per la qual cosa fou sotmesa a procediment disciplinar.

Segons la sentència del tribunal de treball, l'acció disciplinar disposada per l'Ajuntament contra la pròpia funcionària constituiria una discriminació de la treballadora en base a les seves creences religioses.

Declaracions de l'eurodiputat radical Marco Cappato:

«Aquesta sentència no només crea un perillós precedent legal, que posa en risc els drets de les parelles homosexuals que decideixen, com els consenteix la llei, de registrar-se, sinó que també és una palesa violació del dret comunitari.

L'articolo 9.2 della Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà fondamentali, sancisce, infatti, che "La libertà di manifestare la propria religione o il proprio credo può essere oggetto di quelle sole restrizioni che, stabilite per legge, costituiscono misure necessarie in una società democratica, per la protezione dell’ordine pubblico, della salute o della morale pubblica, o per la protezione dei diritti e della libertà altrui".

Spesso, anche in Italia, ci si è appellati ad un presunto diritto alla "obiezione di coscienza" sulla base dei propri orientamenti religiosi per rifiutarsi di svolgere le proprie mansioni e negando l'accesso a un servizio pubblico, come per la prescrizione della pillola del giorno dopo. Bisogna ora dire chiaramente che si tratta in questi casi di vera e propria "imposizione di coscienza", illegale e violenta, che ha come unico risultato quello della completa arbitrarietà nella applicazione della legge, derogando ai diritti dei cittadini e allo stato di diritto.

Data la complessità del caso, in cui si scontrano due differenti diritti, il tribunale inglese è ancora una volta in difetto: meglio avrebbe fatto, secondo l'articolo 234 CE, a rivolgersi alla Corte europea di giustizia».

9-IX-08, notizieradicali