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Partito Radicale: testo del telegramma inviato all’ex Primo Ministro del Kosovo e iscritto radicale Ramush Haradinaj, dopo la sua assoluzione da parte del Tribunale Onu per l’ex-Jugoslavia
 
Roma, 3 aprile 2008

• Comunicato stampa del Partito Radicale Nonviolento, transnazionale e transpartito

A seguito dell’assoluzione di Ramush Haradinaj avvenuta oggi da parte del Tribunale ONU per l’Ex Jugoslavia, gli esponenti del Partito Radicale, Marco Pannella, Emma Bonino, Sergio Stanzani, Maurizio Turco, Matteo Mecacci, Marco Perduca, hanno inviato il seguente telegramma all’ex Primo Ministro del Kosovo e gia’ iscritto al Partito Radicale:

Caro Primo Ministro, caro Ramush,la notizia che abbiamo appena ricevuto della tua assoluzione da parte del Tribunale Internazionale per l’Ex Jugoslavia ci riempie di gioia. Come sai, abbiamo lottato a lungo per l’istituzione di questa Giurisdizione internazionale, convinti come siamo che solo attraverso la nascita di istituzioni che sappiano rendere giustizia alle vittime di crimini orrendi come quelli commessi in Ex Jugoslavia, si puo’ sperare di costruire una pace duratura.La tua assoluzione ci conforta e rafforza in questa convinzione, e rende merito alla scelta che hai saputo compiere di percorrere fino in fondo questo percorso giudiziario, accettando anche di dimetterti dalla carica di Primo Ministro, poco dopo aver deciso di rinnovare la tua iscrizione al Partito Radicale.Ci auguriamo di poter essere presto a fianco a te nelle battaglie per la promozione della liberta’ e dei diritti umani non solo in Kosovo, ma anche nei Balcani e in tutta l’Ex Jugoslavia.

I tuoi compagni del Partito Radicale Nonviolento, transnazionale e transpartito

Marco Pannella, Emma Bonino, Sergio Stanzani, Maurizio Turco, Matteo Mecacci, Marco Perduca

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ICTY (Tribunale Penale Internazionale per la ex-Jugoslavia): “Non c’è Pace senza Giustizia” accoglie con grande soddisfazione l’assoluzione dell’ex Primo Ministro del Kosovo Haradinaj
Bruxelles – Roma, 4 aprile 2008
La Prima Camera di Giudizio del Tribunale Penale Internazionale per la ex-Jugoslavia ha assolto l’ex Primo Ministro Ramush Haradinaj da tutte le imputazioni di crimini di guerra e crimini contro l’umanità che sarebbero stati commessi nella Valle di Decan in Kosovo, tra il marzo e il settembre 1998, dopo che i giudici hanno riscontrato che l’accusa non ha portato prove sufficienti a dimostrazione dell’esistenza di una campagna organizzata per l’uccisione e l’espulsione di civili serbi e non-albanesi dal Kosovo occidentale.Il 4 marzo 2005, il Tribunale Penale Internazionale per la Ex-Jugoslavia ha messo in stato d’accusa Haradinaj, insieme a due ex-comandanti dell’Esercito di Liberazione del Kosovo (KLA), per 17 imputazioni di crimini contro l’umanità e 20 imputazioni per crimini di guerra. L’8 marzo, Haradinaj si è presentato volontariamente al Tribunale Penale Internazionale per la Ex-Jugoslavia, per affrontare in giudizio le accuse rivoltegli.Ramush Haradinaj, ex Primo Ministro del Kosovo amministrato dall’ONU nel 2005 ed ex Comandante in Capo dell’ora sciolto Esercito di Liberazione del Kosovo (KLA), che ha combattuto contro le truppe di Belgrado dell’ex Presidente Yugoslavo Slobodan Milosevic, è stato il kossovaro di etnia albanese più alto in grado accusato dal Tribunale Penale Internazionale per la ex- Jugoslavia. Il suo è stato uno dei processi di più alto profilo tenutosi all’ICTY, dopo quello contro l’ex Presidente Yugoslavo Slobodan Milosevic.


Dichiarazione del Senatore Sergio Stanzani, Presidente di “Non c’è Pace senza Giustizia”:

“Non c’è Pace senza Giustizia accoglie con grande soddisfazione la decisione del Tribunale Penale Internazionale per la ex-Jugoslavia di assolvere Ramush Haradinaj da tutte le accuse contro di lui e sottolinea, come già detto in passato, che la messa in stato di accusa non avrebbe mai dovuto avere luogo. Ci rammarichiamo molto del fatto che il Kosovo sia stato privato del suo Primo Ministro durante la difficile transizione da una società oppressa verso la democrazia, ed ora ad uno Stato indipendente.Non c’è pace senza giustizia, che ha condotto le indagini sui crimini di guerra durante la guerra in Kosovo, ha sempre considerato l’accusa nei confronti di Haradinaj come un maldestro tentativo di perseguire “nello stesso modo” tutti i gruppi etnici Serbi, Croati, Bosniaci, Kossovari, senza  tener conto dei fatti storici e della vastità dei crimini commessi.Le accuse contro Ramush Haradinaj sembravano l’espressione della volontà di una “distribuzione per quote” delle responsabilità: ecco perché è assai probabile che se le stesse accuse fossero state dirette contro un ufficiale Serbo, non avrebbero raggiunto il carattere probatorio e di gravità necessari per interessare il Tribunale Internazionale.Che questo sia stato fatto nella speranza che Belgrado consegnasse Karadzic e Mladic, che a differenza di Haradinaj non hanno avuto il coraggio di presentarsi a L’Aja, o che questo sia invece il risultato di una posizione che confonde l’imparzialità con l’equidistanza, in ogni caso il risultato è stato quello di attribuire equivalenza morale tra vittime e carnefici.Quello che sembrava un tentativo di riscrivere la storia, che avrebbe occultato la reale responsabilità degli orrori della guerra dei Balcani, è stato messo a tacere. Speriamo che questa decisione contribuisca alla verità della storia del Kosovo e aiuti il giovane Stato ad orientarsi verso un futuro fondato sull’uguaglianza di tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro etnia o appartenenza politica, sulla democrazia e sullo stato di diritto.” 
Per informazioni: Antonella Dentamaro, 06-68803791 email: adentamaro@npwj.org
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