Xinjiang (Turquestan Oriental ´xinčs´): centenars de morts i ferits en manifestació

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Reprenen les manifestacions d´uigurs al Xinjiang (Turquestan Oriental): 140 morts i 816 ferits

Violenze contro i manifestanti uiguri

Da Urumqi, la capitale della regione più occidentale del Xinjiang nel Repubblica Popolare Cinese giungono notizie di manifestazioni di piazza represse con violenza.

Il corteo era stato organizzato per chiedere un´indagine ufficiale sulla morte di due operai, avvenuta dopo una rissa scoppiata in una fabbrica tra uiguri e cinesi. Gli uiguri, che sono di fede musulmana, costituiscono l´etnia maggioritaria di questa regione del nord ovest della Cina, che è fortemente temuta da Pechino per le sue velleità indipendentiste.

Il punto da una nota dell´Unrepresented Nations and Peoples Organization (UNPO):

Lunedi’ 6 luglio 2009, circa 140 persone sono state uccise e 816 ferite nella capitale regionale quando coloro che stavano protestando si sono scontrati con la polizia dopo giorni di tensione tra Muslim Uyghurs e Han Chinese. Quest’ultima manifestazione, frutto di una crescente discriminazione in Cina, e’ stato il piu’ sanguinoso scoppio di violenza in Cina in molti anni. Il crescente livello di razzismo, frutto di una politica etica, del lavoro e religiosa, seminata in questi ultimi 50 anni, rinforza la paura dell’UNPO per i benestanti Uyghurs nel Turkistan dell’est.

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Riceviamo dall’UNPO e pubblichiamo il messaggio di Alim Seytoffm Vice President, Uyghur American Association:

Caro amico,

il primo video mostra una protesta pacifica. Nel secondo vedi qualcosa che brucia e puoi anche sentire degli spari. Nel terzo video puoi vedere un’altra protesta pacifica ma puoi anche notare che la polizia e’ ovunque.

Di seguito vedrai alcune foto allegate nella quali ci sono quattro tipi di forze armate appartenenti ai corpi della polizia. Esse sono: Polizia regolare, polizia anti-sommossa, forze speciali della polizia e la PAP (People Armed Police; puo’ essere tradotto come: polizia della gente armata).

Puoi vedere anche dei veicoli armati utilizzati sia dalla polizia che dalle forze della PAP. Potrai vedere anche delle persone che molto probabilmente sono state uccise e alcune ferite in un ospedale.

Ti ringrazio per l’interesse a questo tragico evento. Per favore fai in modo che queste informazioni si propaghino.

Le testimonianze degli stranieri

(da Apcom) L’atmosfera era “molto tesa”, ha raccontato all’Afp un visitatore americano. “Verso le 12,30 (le 17,30 italiane), ho sentito due esplosioni che sembravano spari, a qualche minuto di intervallo”, ha raccontato in condizione di anonimato questo statunitense di 26 anni venuto nella capitale dello Xinjiang per rinnovare il suo visto dopo aver vissuto 18 mesi nella regione. “Ho sentito gli spari e ho visto la polizia cinese arrivare con dei veicoli blindati, due pullman carichi di soldati e due camion dell’esercito”, ha detto l’americano. Lo Xinjiang, ai confini dell’Asia centrale, conta circa 8,3 milioni di uiguri, di cui alcuni gruppi denunciano la repressione politica e religiosa condotta dalla Cina sotto la copertura della lotta contro il terrorismo. Un altro testimone, una donna Han (l’etnia maggioritaria cinese, ndr), ha osservato i moti dall’undicesimo piano dell’ospedale ostetrico di Urumqi. Prima di degenerare, secondo la donna, la manifestazione sembrava una marcia studentesca. “Gli uiguri hanno at accato dei motociclisti a sassate. Se la prendevano solo con gli Han”, ha raccontato all’Afp. “Almeno dieci autobus sono stati incendiati e numerose auto sono state ribaltate. Ho visto molte persone a terra grondanti di sangue”. “Hanno spaccato le vetrine dei negozi e tentato di entrare nell’ospedale. Ma subito è arrivata la polizia anti-sommossa e ha chiuso i cancelli dell’ospedale. Avevamo paura. Ci siamo chiusi a chiave nella stanza”, ha detto. Una turista di 30 anni della provincia del Guangdong, nel sud della Cina, è rimasta nella sua camera di albergo, ieri sera, ma alcuni suoi amici si sono trovati in mezzo alle violenze e hanno avuto molte difficoltà per raggiungere l’hotel a causa delle eccezionali misure di sicurezza disposte nel frattempo.”Pensavo di restare qui ancora del tempo ma a causa delle violenze ho cambiato idea. Sto controllando i voli e tenterò di rientrare il prima possibile”, ha detto ancora la donna che ha aggiunto:”Ho sentito dire che l’aeroporto è affollatissimo, penso che i molti stiano cercando di fuggire dalla città”. Pechino ha attribuito la responsabilità di moti alla dissidenza uigura in esilio e in particolare al Congresso mondiale uiguro di Rebiya Kadeer, arrivato nel marzo 2005 negli Stati Uniti dopo una detenzione in Cina di circa sei anni. (con fonte Afp)

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