Unos treinta premio Nobel firmaron un llamado del líder del Partido Radical italiano, Marco Pannella, contra la exterminación de millones de personas por el hambre y las guerras, anunció este domingo el líder radical, la víspera de la cumbre del G8 que comenzará en Italia.
"Lanzamos un pedido a todos los hombres y mujeres de buena voluntad, a los poderosos y a los humildes, en sus responsabilidades respectivas, para que decenas de millones de agonizantes por el hambre y el subdesarrollo, víctimas de desordenes políticos y económicos internacionales, sean devueltos a la vida", escriben los firmantes de esta declaración publicada por el Partido Radical.
Entre los firmantes figuran, entre otros, Rita Levi Montalcini (Nobel de Medicina, 1986), David Baltimore (Medicina, 1975), Adolfo Pérez Esquivel (Paz, 1980), Kenneth Arrow (Economía, 1972), Francois Jacob (Medicina, 1965) o Robert Solow (Economía, 1967).
"Los ciudadanos y los responsables políticos tienen que escoger y votar, cada uno a su nivel respectivo, electoral o parlamentario, gubernamental u internacional, nuevas leyes, nuevos presupuestos, nuevos proyectos y nuevas iniciativas que apunten a salvar inmediatamente miles de millones de hombres de desnutrición o del subdesarrollo", juzgaron.
Los líderes de los principales países industrializados se reúnen del 8 al 10 de julio en L´Aquila, centro de Italia, golpeada por un terremoto que dejó 200 muertos a principios de abril.
6-VII-09, afp
Il punto sulle adesioni all’appello di Marco Pannella contro lo sterminio per fame e per guerre: riportiamo di seguito il testo del documento e i nomi di ventinove tra i Premi Nobel che lo hanno sottoscritto. Sui siti radicali www.radicali.it e www.radicalparty.org è possibile aderire all’iniziativa e lasciare un messaggio o un commento.
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L’appello è stato sottoscritto, tra gli altri, dai Premi Nobel:
American Friends Service Committee, Pace 1947
Philip Anderson, Fisica 1977
Kenneth Arrow, Economia 1972
David Baltimore, Medicina 1975
J. Georg Bednorz, Fisica 1987
Baruch S. Blumberg, Medicina 1976
Norman E. Borlaug, Pace 1970
Bureau International de la Paix, Pace 1970
Stanley Cohen, Medicina 1986
Mairead Corrigan, Pace 1976
Sheldon L. Glashow, Fisica 1979
Roger Guillemin, Medicina 1977
Dudley Hershbach, Chimica 1986
David Hubel, Medicina 1981
François Jacob, Medicina 1965
Brian Josephson, Fisica 1973
Lawrence R. Klein, Economia 1980
Yuan Tseh Lee, Chimica 1986
Jean Marie Lehn, Chimica 1987
Rita Levi Montalcini, Medicina 1986
Rudolf Massbauer, Fisica 1961
Marshall Nirenberg, Medicina 1968
Arno Penzias, Fisica 1978
Adolfo P. Esquivel, Pace 1980
John Polanyi, Chimica 1986
Burton Richter, Fisica 1976
Carlo Rubbia, Fisica 1984
Frederik Sanger, Chimica 1958 e 1980
Robert M. Solow, Economia 1987
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«Noi sottoscritti, donne e uomini di scienza, di lettere, di pace, diversi per religione, storia, cultura, premiati perché ricerchiamo, onoriamo e celebriamo verità nella vita e vita nella verità, perché le nostre opere siano testimonianza universale di dialogo, di fraternità e di civiltà comune nella pace e nel progresso, noi sottoscritti rivolgiamo un appello a tutti gli uomini e a tutte le donne di buona volontà, ai potenti ed agli umili, nelle loro diverse responsabilità, perché decine di milioni di agonizzanti per fame e sottosviluppo, vittime del disordine politico ed economico internazionale oggi imperante, siano resi alla vita.
Un olocausto senza precedenti, il cui orrore comprende in un solo anno tutto l´orrore degli stermini che le nostre generazioni conobbero nella prima metà del secolo, è oggi in corso e dilata sempre più, ogni attimo che passa, il perimetro della barbarie e della morte, nel mondo non meno che nelle nostre coscienze.
Tutti coloro che constatano, annunciano e combattono questo olocausto sono unanimi nel definire come innanzitutto politica la causa di questa tragedia.
Occorre quindi una nuova volontà politica e un nuovo specifico organizzarsi di questa volontà, che siano direttamente e manifestamente volti - con assoluta priorità - a superare le cause di questa tragedia e a scongiurarne subito gli effetti.
Occorre che un metodo ed una procedura adeguati, fra i tanti esistenti o immaginabili, vengano subito prescelti o elaborati ed attuati; occorre che un sistema di progetti convergenti e corrispondenti alla pluralità delle forze, delle responsabilità, delle coscienze li sostanzi.
Occorre che le massime autorità internazionali, occorre che gli Stati, occorre che i popoli - troppo spesso tenuti all´oscuro della realizzabilità piena di una politica di vita e di salvezza - così come già chiedono, angosciate, alcune tra le massime autorità spirituali della terra, operino unendosi o uniti nell´operare, con obiettivi puntuali, certi e adeguati perché venga attaccata, colpita e vinta, nelle sue sedi diverse, la morte che incalza, dilaga, condanna ormai una grande parte dell´umanità.
Occorre ribellarsi contro il falso realismo che induce a rassegnarsi come ad una fatalità a quel che invece appartiene alla responsabilità della politica ed al disordine stabilito .
Occorre realisticamente lottare perché il possibile sia realizzato e non consumato, forse per sempre.
Occorre che si convertano in positivo sia quegli assistenzialismi che danno soprattutto buona coscienza a buon mercato e che non salvano coloro cui si rivolgono, sia quelle crudeli e infeconde utopie che sacrificano gli uomini di oggi in nome di un progetto d´uomo e la società di oggi in nome di un progetto di società.
Occorre che i cittadini e i responsabili politici scelgano e votino, ai rispettivi livelli, elettorali o parlamentari, governativi o internazionali, nuove leggi, nuovi bilanci, nuovi progetti e nuove iniziative che immediatamente siano volti a salvare miliardi di uomini dalla malnutrizione e dal sottosviluppo, e centinaia di milioni, per ogni generazione, dalla morte per fame.
Occorre che tutti e ciascuno diano valore di legge alla salvezza dei vivi, al non uccidere, e al non sterminare, nemmeno per inerzia, nemmeno per omissione, nemmeno per indifferenza.
Se i potenti della terra sono responsabili, essi non sono gli unici.
Se gli inermi non si rassegneranno ad essere inerti, se dichiareranno sempre più numerosi di non obbedire ad altra legge che a quella, fondamentale, dei diritti degli uomini e delle genti, che è in primo luogo Diritto, e diritto alla vita; se gli inermi andranno organizzandosi usando le loro poche ma durature armi - quelle della democrazia politica e le grandi azioni nonviolente “gandhiane” prefiggendosi e imponendo scelte ed obiettivi di volta in volta limitati ed adeguati; se questo accadesse, sarebbe certo, così come oggi è certamente possibile, che il nostro tempo non sia quello della catastrofe.
Il nostro sapere non può consistere nel contemplare, inerti e irresponsabili, l´orrida fine che incombe.
Il nostro sapere, che ci dice che l´umanità intera è essa stessa e sempre più in pericolo di morte, non può che essere scienza della speranza e della salvezza, sostanza delle cose da noi tutti credute e sperate.
Se i mezzi di informazione, se i potenti che hanno voluto onorarci per i riconoscimenti dei quali siamo stati insigniti, vorranno ascoltare e far ascoltare anche in questa occasione la nostra voce e l´opera nostra e di quanti in queste settimane stanno operando nel mondo nella stessa direzione, se le donne e gli uomini, se le genti sapranno, se saranno informati, noi non dubitiamo che il futuro potrà essere diverso da quello che incombe e sembra segnato per tutti e nel mondo intero.
Ma solo in questo caso.
Occorre subito scegliere, agire, creare, vivere, fare vivere ».
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