Pannella: “que la galąxia radical sąpiga ésser, esdevenir, partit“

Conclusió de la relació d'Antonella Casu, Secretària de Radicali Italiani en el seu Comitato Nazionale de 9/11-I-09:

"Nel congresso Marco Pannella ha affermato -in una maniera che a molti poteva apparire esagerata e perfino velleitaria- che il movimento radicale nel suo complesso, nonostante le difficoltà nelle quali versa RI e il resto della Galassia, possa costituire oggi “la sola alternativa liberale e riformatrice allo sfascio delle istituzioni e della vita sociale ed economica” e debba perciò candidarsi ad essere “l’elemento di aggregazione di una classe dirigente di governo alternativa a quella responsabile dell’attuale dissesto”.

Come è possibile darci un obiettivo apparentemente così ambizioso, con quali mezzi, con quali interlocutori, con quali iniziative politiche? Il documento di convocazione del consiglio generale del Partito Radicale nonviolento transnazionale e transpartito –di cui siamo uno dei soggetti costituenti- non da una risposta a questa domanda ma ci indica una premessa, una condizione necessaria anche se non sufficiente per affrontarlo: “la galassia radicale deve continuare a darsi una forma che possa dare di nuovo corpo ai nostri obiettivi, alla nostra organizzazione, nella rivoluzione globale tecnologica e antropologica del nostro tempo. Questo ci impone una ri-forma anche organizzativa, strumentale, un adeguamento ambientale che forse è presente nel nostro DNA politico ma che, per affermarsi, deve ricercare, “inventare”, trovare nuova coscienza del poter e dover essere; cioè la sua nuova forma”. Da Radio Radicale, nei giorni scorsi, Marco ha fatto appello alla galassia radicale perché sappia essere, divenire partito.

Noi siamo soggetto costituente del Partito Radicale nonviolento, ma siamo anche il Comitato Nazionale in cui sono presenti i responsabili esecutivi e i leader delle altre componenti della galassia radicale. Quindi, abbiamo l’opportunità di un confronto che ci consenta, tutti insieme, di fare un primo salto di qualità nel nostro modo d’essere, nel nostro modo di stare insieme, di coniugare insieme le nostre rispettive autonomie e la nostra comune unità.

Proverò a formulare qualche riflessione, ad indicare i problemi, a porre interrogativi con l’intenzione di dare un contributo al nostro dibattito e alle decisioni che dobbiamo prendere.

La prima riflessione è una constatazione. Da venti anni abbiamo un partito radicale nonviolento transnazionale e transpartito che ha un progetto. L’esistenza di questo progetto ha consentito una importante azione politica transnazionale, che nei suoi obiettivi di promozione della democrazia e dei diritti umani, di creazione di istituti sopranazionali e di soluzioni transnazionali e federaliste, si è sviluppata sempre controcorrente, contro le tendenze prevalenti delle politiche di potenza, della realpolitick, del ricorso illusorio alla violenza delle armi, della ripresa e del rilancio dei nazionalismi. A partire da questo progetto, si sono nell’arco di due decenni potuti raggiungere importanti obiettivi trans- e sovra-nazionali come la corte internazionale per i crimini contro l’umanità e la moratoria della pena di morte e siamo divenuti un importante punto di riferimento per le minoranze politiche, etniche, religiose che in tante parti del mondo si battono per i loro diritti. Senza questo partito-cornice e partito- progetto non si sarebbero potute concepire e costituire certamente alcune delle sue componenti costitutive, “Non c’è pace senza giustizia”, “Nessuno tocchi Caino” , l’Associazione Radicale Esperanto e l’Associazione Luca Coscioni, che o non avrebbero potuto essere o sarebbero stati qualcosa di molto diverso, come dimostrano le loro priorità e i loro obiettivi politici.

Noi ci troviamo di fronte dunque a un apparente paradosso: che abbiamo dei soggetti costituenti del partito radicale che tuttavia fino ad oggi non hanno avuto la forza di costituire il partito, portandolo oltre lo stato di progetto, ma questo progetto ha avuto un valore determinante nella costituzione e nelle scelte dei diversi soggetti della Galassia radicale. E’ come se una Federazione fosse composta solo dagli Stati federati senza riuscire ad essere Stato federale. Potremmo dire che, soprattutto grazie a Marco che ne ha rappresentato oltre che la leadership anche il principale collante, con la Galassia abbiamo realizzato in questi anni un vero e proprio miracolo. Ma mi pare che il miracolo non può ripetersi all’infinito e che dobbiamo riuscire a risolvere positivamente quel paradosso.

Le nostre autonomie di soggetti della Galassia, quelle dei parlamentari italiani, dei parlamentari europei, la stessa attività di Radio Radicale ci impegnano ogni giorno su un arco vastissimo di iniziative e di obiettivi politici, di fronti di lotta e di polemica politica che, se non giungono -o giungono in maniera parziale e spesso distorta- alla conoscenza dell’opinione pubblica sono tuttavia di per sé una testimonianza della singolarità del movimento radicale e della sua capacità, senza detenere alcuna forma di potere, di produrre politica alternativa. Non è dunque di mancanza di produzione politica che rischiamo di morire, ma caso mai della drammatica scarsità di risorse umane, militanti e intellettuali per assicurarla. Io penso che dovremmo sottrarre qualche energia alla somma delle iniziative e degli obiettivi per destinarle a un obiettivo comune che possa per tutti essere un moltiplicatore. Su quale debbano essere l’obiettivo e le priorità è aperto il dibattito. E’ il terreno su cui dobbiamo esercitare tutti insieme il nostro sforzo creativo.

E’ il motivo per il quale tutti insieme abbiamo deciso di lanciare le iscrizioni “a pacchetto”, le cui risorse sono riservate al partito, e perciò alle strutture comuni, anche a costo di ridurre nell’immediato l’autofinanziamento di ciascuno dei soggetti, come vi dirà Michele. Io credo che dovremmo in questa direzione esercitare uno sforzo in più dandoci anche alcuni ulteriori strumenti di lavoro comuni, che consentano di evitare o di diminuire il rischio di duplicazioni e di dispersione di lavoro e di assicurare una migliore utilizzazione delle risorse di tutti: penso innanzi tutto alla comunicazione verso l’esterno e verso l’interno. Notizie Radicali, va mantenuta e rafforzata, come agenzia quotidiana non solo di R.I., ma dell’intera galassia e dei parlamentari italiani ed europei. Allo stesso modo va data importanza al lavoro che si sta compiendo per mettere in comunicazione fra loro, i diversi siti dell’area radicale per consentire di aprirsi almeno potenzialmente a una più vasta platea di utenti. Come per la galassia non si tratta di unificare i siti, ma di renderli facilmente interconnessi e, contemporaneamente, alle esperienze che si stanno sviluppando nella rete. Ma su questo i compagni che più se ne sono occupati interverranno nel dibattito per fornire maggiori elementi.

Mi appare evidente che il salto di qualità debba diventare anche un salto di quantità di energie e disponibilità, storie e sensibilità affini ma anche diverse: che sia legato a “quella capacità di aggregazione” di cui parla la mozione congressuale. Come questo possa verificarsi è difficile oggi intravederne le condizioni e le possibilità. Ma è in vista di questo che dobbiamo insieme attrezzarci ed è importante cominciare a parlarne.

L’augurio di questo inizio d’anno radicale è che si possa presto giungere a un vero congresso costituente, che il nostro progetto possa presto trasformarsi in un vero soggetto politico alternativo e nonviolento, transnazionale e transpartito e divenire il punto di convergenza in cui possano riconoscersi in tanti, anche diversi, magari fino ad oggi estranei e lontani da noi intorno alle idee di legalità, libertà, laicità, giustizia, in Italia e nel mondo."

12-I-09, notizieradicali