la possible "giocata d’anticipo" de Puigdemont davant el 155

  Resta un'arma al governo catalano: sciogliere il parlamento di Barcellona e convocare le elezioni regionali subito, ossia prima che il Senato spagnolo voti (venerdì 27) l'attivazione delle misure dell'articolo 155. La "giocata d'anticipo" sarebbe pienamente legale: il nuovo parlamento e il nuovo governo non avrebbero colpe, dunque - con un nuovo mandato popolare - potrebbero rientrare subito in possesso delle loro attribuzioni. Il parlamento catalano tornerà a riunirsi lunedì 23 ottobre.

L'articolo 155 della Costituzione spagnola - di cui il presidente del governo Mariano Rajoy ha annunciato l'attuazione sabato 21 ottobre, per la prima volta dall'entrata in vigore della Carta - è uno strumento giuridico di interpretazione piuttosto ampia, addirittura ambigua, data la sua vaghezza. Qui il testo:

1. Si una Comunidad Autónoma no cumpliere las obligaciones que la Constitución u otras leyes le impongan, o actuare de forma que atente gravemente al interés general de España, el Gobierno, previo requerimiento al Presidente de la Comunidad Autónoma y, en el caso de no ser atendido, con la aprobación por mayoría absoluta del Senado, podrá adoptar las medidas necesarias para obligar a aquélla al cumplimiento forzoso de dichas obligaciones o para la protección del mencionado interés general.

2. Para la ejecución de las medidas previstas en el apartado anterior, el Gobierno podrá dar instrucciones a todas las autoridades de las Comunidades Autónomas.

Anche la giurisprudenza costituzionale spagnola è stata piuttosto avara sull'interpretazione del testo (procedura, modalità, controllo), se non con una sentenza del 1983 che diminuiva le prerogative di azione del governo.

Tuttavia, l'art. 155 rende lo Stato "soggetto attivo" e la Comunità Autonoma (regione) "soggetto passivo". Dunque, Madrid ha diritto di assumere tutte le competenze e i poteri locali di Barcellona (incluso quindi lo scioglimento del parlamento e la convocazione di elezioni, o anche il controllo della polizia e dei funzionari), una volta attivato. Ma la gradazione e l'intensità, e anche la durata dell'intervento, restano prerogativa delle istituzioni centrali.

Su quali basi si attiva:
- se la Comunità Autonoma ha messo in pericolo l'interesse generale della Spagna.
- se non ha obbedito agli obblighi costituzionali e legali (sottolineiamo che il suo comportamento non deve essere per forza delittivo: basta la disobbedienza), tra cui la garanzia di unità del Paese.
- se ha disatteso Trattati internazionali o il diritto dell'Unione Europea.

Procedura:
Il governo spagnolo deve constatare la sussistenza di uno dei sunnominati casi. Effettuerà poi una richiesta di rettifica alla Comunità Autonoma. [ Ciò è avvenuto in questi giorni a proposito della proclamazione d'indipendenza della Catalogna: Mariano Rajoy da parte sua ha constatato che il discorso di Carles Puigdemont di martedì 10 ottobre poteva supporre una dichiarazione d'indipendenza; ha quindi inviato una richiesta di chiarimento al presidente del governo catalano; ha ritenuto la risposta di Puigdemont insoddisfacente ]
- Se come in questo caso, dunque, la risposta è ritenuta insoddisfacente, l'attivazione dell'articolo 155 dipenderà comunque dall'esame del Senato - previo studio e passaggio in apposita Commissione - che dovrà votarlo a maggioranza assoluta. Il partito di governo a Madrid, il Partido Popular, non dispone oggi di questa maggioranza alla Camera - ma ce l'ha al Senato.
- In ogni caso, mancano nella Costituzione spagnola - l'articolo 155 si ispira chiaramente alla Costituzione tedesca federale del 1949, mentre lo stato spagnolo non è federale - precisazioni su come la sospensione-avocazione-coercizione debba avvenire. Si tratta di terra incognita.
Naturalmente, tutti i procedimenti dovranno rispettare i principi della Costituzione spagnola e del diritto dell'Unione Europea. Ma starà al governo elaborare una proposta di azione, in accordo o meno con forze politiche di opposizione - che dunque potrebbero provare a far passare una loro linea differente, più o meno interventista.

- La modalità estrema è quella della dissoluzione della Comunità Autonoma (sparizione dell'ente locale e dei suoi poteri, che passano al governo). Tuttavia, l'intervento dello Stato deve rispettare il carattere di provvisorietà. Si tratterà dunque sempre di misure temporanee.

Le Comunità Autonome non hanno facoltà di ricorrere direttamente alla Corte Costituzionale spagnola contro l'applicazione dell'articolo 155 e le sue modalità. Sono obbligate a passare per la via del ricorso sul conflitto di competenze Stato-Comunità.

- L'appartenenza all'Unione Europea della Spagna in questo caso è neutrale. Il controllo della procedura resta prerogativa esclusiva della Camera e del Senato spagnolo.

* * * 

Trattandosi di uno strumento legislativo tanto delicato e anche asimmetrico - perché lo Stato assume in sé il massimo della forza coercitiva, seppure a livello potenziale, mentre la Comunità Autonoma resta passiva - la sua attuazione dovrebbe supporre un'estrema prudenza politica e operativa.


La proposta che Mariano Rajoy porterà al Senato prevede di
:

- Cessare le funzioni di Carles Piugdemont come presidente del governo della Catalogna, di Oriol Junqueras come vicepresidente (si tratta dei due leader politici principali dell'indipendentismo), e di tutti i membri dell'esecutivo. Lo Stato creerà un organo ad hoc che ne sostituisca le funzioni.
* La Generalitat (la struttura dell'ente locale) continuerà a funzionare per l'ordinaria amministrazione, ma agli ordini dei Ministeri del governo spagnolo, che avrà anche il potere di nomina, revoca, sostituzione temporanea di tutti i funzionari. Anche la polizia catalana (Mossos d'Esquadra) e la tv pubblica catalana (TV3) saranno soggette agli ordini di Madrid.
* Il governo si riserva il diritto di continuare a utilizzare la Guardia Civil e la Policia Nacional per "coordinare" l'attività dei Mossos. Di modificare i capitoli della spesa pubblica regionale per evitare che siano finanziate attività pro-indipendenza. Di assumere il controllo di tutto il database digitale e dei servizi di comunicazione della Catalogna. 
* I funzionari che non obbediranno dovranno affrontare le relative conseguenze patrimoniali, contabili e penali.

- Consentire al Parlamento catalano di restare in carica, ma senza poter prendere nessuna decisione che invalidi gli effetti dell'articolo 155: non potrà nominare un nuovo presidente o un nuovo governo, ma potrà occuparsi di altri temi. Sarà "un'autorità" designata dal governo a visionare l'attività parlamentare e a deliberare sulla sua validità.

- Organizzare nuove elezioni entro massimo sei mesi (ricordiamo la temporaneità delle misure: dopo il voto, il governo catalano dovrebbe riprendere i suoi poteri e attribuzioni), ma previa restaurazione della "legalità". Sarà Rajoy a decidere quando - prerogativa che normalmente è del presidente del governo catalano.


Si tratta, dunque, di una modalità di intervento, estesa, profonda e politicamente carica di significato. I fautori di una linea più morbida sono stati sconfitti. 

Benché il PP, il partito di Mariano Rajoy, abbia già da solo la maggioranza assoluta al Senato, il presidente del governo spagnolo ha assicurato di avere il sostegno anche dei socialisti del PSOE e dei liberali di Ciudadanos - che insieme al PP costituiscono la maggioranza assoluta dei deputati della Camera. Il voto del Senato, dunque l'attuazione delle misure, è previsto alla fine della settimana.
Ogni due mesi (non dimentichiamo il principio di attività del governo centrale / passività della comunità autonoma) il governo relazionerà al Senato sull'andamento delle operazioni. E avrà il diritto di proporre modifiche, che dovranno di nuovo essere approvate dalla maggioranza assoluta del Senato, se lo riterrà opportuno.

Resta un'arma al governo catalano: sciogliere il parlamento di Barcellona e convocare le elezioni regionali subito, ossia prima che il Senato spagnolo voti (venerdì 27) l'attivazione delle misure dell'articolo 155. La "giocata d'anticipo" sarebbe pienamente legale: il nuovo parlamento e il nuovo governo non avrebbero colpe, dunque - con un nuovo mandato popolare - potrebbero rientrare subito in possesso delle loro attribuzioni. Il parlamento catalano tornerà a riunirsi lunedì 23 ottobre.

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