-Pannella & Wojtyla

«Dio ce l'ha dato, guai a chi me lo tocca»

Giovanni Paolo II incontra Marco Pannella ed Emma BoninoFin dalla sera della sua nomina al soglio pontificio, nell'ottobre del 1978, Carol Wojtyla entra subito a far parte come uomo, come leader religioso e come protagonista della vita politica italiana e internazionale, dell'arcipelago del discorso di Marco Pannella. Con le parole «Dio ce l'ha dato, guai a chi me lo tocca», Pannella quella sera stessa dà vita ad un rapporto che si sviluppa, si trasforma, e che non si interrompe con il passare degli anni. In Wojtyla Pannella riconosce quella voce che ha pieno diritto di rivolgere, ai fedeli e non, i suoi richiami su questioni di fede e morale, i quali tuttavia all'interno del Vaticano stesso vengono privati della necessità e della possibilità della critica. In un'intervista alla Stampa del 6 novembre del 2000 Pannella spiega come in occasione del Giubileo si realizzi un quotidiano sfruttamento in mondovisione, «feroce e ottuso» di un «grande straordinario uomo» da parte della Curia romana, a cui Pannella dice: «buttate giù le grinfie dal Papa Giovanni Paolo II»: Cardinali e monsignori in quel 2000 non fanno altro che imporre al Pontefice di «biascicare le solite tesi della Curia vaticana e della Chiesa italiana in tema di libertà, di progresso, di vita, contro la libertà di ricerca scientifica, la libertà religiosa». Marco Pannella è forse l'unico in Italia a puntare il dito, specialmente negli ultimi anni, contro «l'opera di una Curia, di una burocrazia cui il Papa presta la voce, con le parole che hanno cessato di essere parola». Carol Wojtyla nella sua figura di Pontefice appare «reificato; lui, dalla grande e ammirevole umanità. Come si fa a rileggere 4 o 5 volte al giorno il brogliaccio di interventi scritti da una Curia romana, dominata dall'ala più clericale e tradizionalista?», si chiede Pannella in un'altra intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo per La Stampa, sempre nei giorni del Giubileo.

«Sono le 11.43, sto ascoltando in diretta l'intervento del Santo Padre, - afferma in una nota Pannella in occasione della visita del Papa al Parlamento Italiano nel 2002 - i silenzi e gli applausi dell'assemblea. Mi verrebbe voglia di gridare, se fossi presente in aula: sei magnifico e adorabile, le tue parole, il tuo pensiero sono tragicamente espressioni di una ininterrotta lotta contro i valori dell'umanesimo, della tolleranza, della democrazia, della libertà politica. Gli applausi del Parlamento ne sono fotografia, per carità di patria è meglio chiudere gli occhi".

In un'altra intervista rilasciata alla Stampa il 15 novembre 2002, sempre in occasione della visita del Papa in Parlamento, Pannella ricorda che Carol Wojtyla, aveva avuto notizia delle sue parole per lui e volle avere qualche ragguaglio «su questo strano occidentale laico e libertario che digiunava per i suoi principi, a volte sintonizzandosi di notte su Radio Radicale. Aborro l'errore clericale, proibizionista, autoritario - spiega Pannella - Adoro quest'uomo splendente che lotta senza requie per le sue idee e per la sua stessa vita. Questa persona straordinaria che è il più grande papa di questo secolo. Lo combatto con intransigenza. Ma ancora una volta guai a chi me lo tocca".

«Noi ci muoviamo verso di lui - spiega il leader radicale in un articolo apparso su "Repubblica" nel 1979, in occasione di uno scambio di opinioni con il teologo padre Concetti in merito alla campagna contro lo sterminio per fame - perché egli è già coinvolto, come i suoi predecessori, in questa battaglia. Perché Papa Paolo è stato profeta disarmato, disarmato dai potenti della terra, dai nostri stati, dalle nostre politiche, così come al nostro livello di non violenti, di pacifisti, di internazionalisti, di socialisti, di laici siamo stati disarmati, inadeguati, battuti o conniventi o complici. Ci rechiamo fino alle soglie di San Pietro, per questo motivo: perché [...] le parole che certo udiremo e che certo non saranno dettate né ispirate da noi, possano risuonare con il massimo di forza e di recisione evangelica, appaiano armate anche dalla testimonianza e dal sostegno esplicito di questa parte del popolo romano che altrimenti sarebbe stato altrove; anche interiormente altrove».

Nel febbraio del 1986 il Papa riceve il consiglio del "Food and Disarmament International". All'incontro sono presenti Emma Bonino e Marco Pannella. Quest'ultimo commenta così l'incontro con il Pontefice: «È stato un atto di dialogo, di incoraggiamento, di amicizia, e lo è stato non solo nelle intenzioni ma ancor più nella realtà dell'incontro». In merito allo scontro in quel momento in atto con le forze clericali più conservatrici sull'aborto, Pannella spiega: «ci siamo divisi nel momento in cui era necessario scegliere quali potessero essere le più opportune leggi di Cesare».

Quando Carol Wojtyla diviene Papa Giovanni Paolo II, spiega ancora Pannella nell'intervista alla Stampa, il Concilio Vaticano II si era già rivelata una parentesi presto chiusa. Si è ristabilito nella e sulla Chiesa «il potere burocratico, chierico della continuità antirinascimentale, controriformistica, oscurantista, autoritaria, autocratica, mondana. Il suo "ordine" sembra oggi di nuovo regnare sovrano, grazie alla straordinaria forza e bellezza umana di Papa Wojtyla, e in concordia profonda con il suo cattolicesimo " polacco", catapultato nel mondo mondano (mi si perdoni) dalla multinazionale mediatica a partire dalla sua " base" italiana, vaticana. Il Vaticano sembra -certo- aver sgominato ogni altro potere fondamentalista e confessionale, con l'eccezione di quello islamico». Insomma l'uomo Carol Wojtyla è stato anche lo strumento con cui la Curia romana si sbarazza definitivamente delle istanze di rinnovamento venute a galla con il Concilio.

Nel 1980, nel momento in cui i radicali si impegnano nella battaglia contro lo sterminio per fame, Giovanni Paolo II è spesso oggetto e in qualche modo interlocutore delle iniziative in corso. Marco Pannella in quell'anno ha dato l'avvio alla marcia contro lo sterminio per fame nel mondo che si è svolta a Pasqua, con la partecipazione di decine di migliaia di cittadini. Nel Natale precedente il Papa «anche lui, come andavamo facendo da tempo - spiega Pannella dalle colonne del "Messaggero" - non si è limitato a dire "fame" , ma ha evocato con parole solenni lo "sterminio" , ha scongiurato i potenti della terra di porvi termine".

link:
-Il Vaticano e i Concilii

-I Concordati 

 

 

Marco Pannella ed Emma Bonino in visita dal Papa, Città del Vaticano, 13 febbraio 1986

 

13 maggio 1981 - Intervento di Marco Pannella in occasione dell'attentato al Papa


 

14 Novembre 2002 - Visita di papa Giovanni Paolo II al Parlamento riunito in seduta comune a Montecitorio

 

15 Novembre 2002, Pierluigi Battista intervista Marco Pannella dopo la visita del papa in Parlamento - «Lo adoro ma lo combatto»

 

a cura di Michele Lembo