Líbia, entre París i Roma

 

gli scontri in corso nei dintorni e nel centro di Tripoli dal 27 agosto aprono una nuova fase dell’instabilità della Libia e portano al pettine molti nodi.


Uno di questi riguarda i delicati rapporti tra l’Italia, ex potenza colonizzatrice, e la Francia. Parigi sta portando avanti il tentativo di sostituirsi a Roma come interlocutrice di riferimento nel paese africano. Un piano concepito dall’allora presidente Nicolas Sarkozy, che nel 2011 animò l’intervento militare occidentale contro Muammar Gheddafi.


L’obiettivo tattico di Sarkozy era riparare il danno d’immagine subìto in Tunisia (dove l’alleato dittatore Ben Ali era stato costretto alla fuga dalle rivolte di piazza) mostrandosi vicino alle “primavere arabe”. Quello strategico, condiviso dall’attuale inquilino dell’Eliseo Emmanuel Macron, è inserire nella sfera d’influenza transalpina il quarto paese più esteso del continente, primo per riserve dimostrate di petrolio.


La Libia è un’immensa piattaforma tra Mediterraneo e Sahel che, saldata al resto della Françafrique, permetterebbe a Parigi di controllarne le risorse e i traffici. Migranti compresi. Più di quanto già ora non le sia possibile dal Niger.


Equilibrio tra le milizie, scontro Roma-Parigi, elezioni farsa: molti nodi sono venuti al pettine in questi giorni. Continua a leggere



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